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Mamma, voglio diventare bello e intelligente

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L’impatto dell’inquinamento sulla salute dei bambini si combatte anche a tavola

Pesci al mercurio, latte alla diossina e frutta contaminata da pesticidi possono arrivare facilmente sulla nostra tavola e interferire con lo sviluppo neurologico dei più piccoli. La Dott.ssa Maria Cristina Saccuman, neurobiologa dello sviluppo, attraverso il suo libro “Biberon al piombo” scritto con un linguaggio tecnico comprensibile a tutti, ci guida tra le principali sostanze con azione neurotossica che entrano nel nostro corpo attraverso l’aria che respiriamo e attraverso il cibo che mangiamo.

Come comportarsi perché l’impatto sulla salute dei bambini sia il meno rischioso possibile? Mettendo in atto pratiche concrete e quotidiane è possibile per esempio evitare che del pesce inquinato dal mercurio finisca sulle nostre tavole. Il mercurio è un metallo tossico per il cervello ed è l’unico capace di bioaccumulo, cioè ogni anello della catena alimentare ne passa il proprio carico all’anello successivo. Il pesce grosso che mangia il pesce più piccolo, che a sua volta si è nutrito di zooplacton, ingloba quantità di mercurio in maniera esponenziale.

Uno studio condotto nelle isole Faroe su un campione di bambini ha dimostrato che le capacità di memoria e di apprendimento erano inversamente proporzionali al livello di mercurio riscontrato nei capelli delle madri durante la gravidanza e nei cordoni ombelicali, a dimostrazione che l’esposizione al mercurio in epoca prenatale ha un impatto significativo sul cervello. Che sia marino o d’acqua dolce, tutto il pesce contiene mercurio, ma eliminarlo dall’alimentazione non è la strada giusta. La soluzione consiste nello scegliere il pesce giusto, che bilanci i benefici nutrizionali con il rischio di contaminazione, evitando quelli di grosse dimensioni, come il pesce spada e il tonno, e preferendo sgombri e sardine, ricchi di omega 3, i grassi che fanno bene al cervello.

La frutta e verdura contaminata da pesticidi rappresentano un altro esempio d’inquinamento alimentare quotidiano. I vantaggi dei prodotti biologici sono innegabili, dall’alto contenuto di vitamine alla minore quantità di pesticidi utilizzati. Se l’uso agricolo è rigorosamente monitorato, non possiamo dire lo stesso per l’uso comunale di pesticidi, gestito in autonomia. Così, la dieta biologica più rigorosa può non proteggere i bambini dai prodotti utilizzati per trattare giardini e parchi che si trovano nelle immediate vicinanze delle coltivazioni controllate. Come comportarsi? È fondamentale scegliere i prodotti di stagione, evitando quelli dalla dubbia provenienza e fatti maturare nelle celle frigorifere, e, piuttosto che diminuire la quantità di frutta e verdura, meglio affidarsi al fruttivendolo sotto casa.

Un’ultima semplice raccomandazione: per scaldare il cibo nel forno a microonde meglio usare un contenitore in vetro. La tanto diffusa plastica, una volta surriscaldata, può rilasciare il bisfenolo A, alla cui esposizione precoce si imputano i più comuni problemi dell’apparato endocrino oltre a deficit di attenzione e iperattività. I preziosi consigli che la Dott.ssa Saccuman snocciola nel suo libro rientrano quindi in quelle piccole accortezze casalinghe che dimostrano come non serva essere scienziati, chimici o biologi per saper mangiare bene e vivere sano, salvaguardando nello stesso tempo la salute dei più piccoli.

Eleonora Chiari

 

 
 
Dicembre 2014

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