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La creatività sostenibile dell’errore

La creatività sostenibile dell’errore

Sbagliare non solo è umano, di più

Come accogliamo gli errori? Siamo davvero convinti che sbagliare sia la fine? E se invece fosse l’inizio, citando la maieutica socratica, “in ogni errore giace la possibilità di una storia”? Occorre quindi una rivalutazione coraggiosa dell’errore, da frustrante momento di rabbia a occasione di creatività, da momento regressivo a passaggio progressivo e prezioso.

Quante volte siamo rimasti bloccati di fronte a una scelta per paura che si trasformasse in uno sbaglio? È importante non drammatizzare l’errore, ma utilizzarlo come mezzo chiave per conoscersi, lasciandosi condurre verso l’accettazione e la mutua correzione nella consapevolezza di se stessi.

L’errore è dunque uno degli strumenti per eccellenza che abbiamo a disposizione per imparare e la capacità di apprendere concretamente dai nostri sbagli dipende in maniera determinante dal nostro atteggiamento mentale di fronte a essi.

Ciò è stato dimostrato nello studio condotto da alcuni scienziati della Michigan State University, partiti da una semplice riflessione: perché alcune persone imparano più facilmente dai propri errori? Tutti sbagliamo, ma l’importante è ciò che avviene dopo. Ignoriamo l’errore per salvaguardare la fiducia in noi stessi?

Oppure approfondiamo l’errore cercando di imparare da esso? Se iniziamo a pensare che sbagliare sia utile, apprendiamo meglio dalle nostre esperienze di chi evita di dare rilevanza a uno sbaglio commesso per un eccesso di autostima.

Quindi abituarsi a vedere nel fallimento una possibilità di crescita, piuttosto che una semplice mortificazione, è determinante per la capacità futura di apprendere. D’altro canto, la parola errore viene dal francese antico errer, che significa viaggiare, superare i confini; in questo senso errore e creatività vanno a braccetto.

Un errore può essere allora fonte di scoperta, punto di partenza per andare avanti nella conoscenza, stravolgendo il punto di vista tradizionale e uscendo dagli schemi. Si parla di serendipity, attitudine a osservare anomalie e errori, a capirne il potenziale creativo vedendo nello sbaglio un punto prospettico diverso.

Vera Zanchi

Psicoterapeuta dell’équipe TheClew

Giugno 2016

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