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La città di Bruxelles campionessa di sharing mobility

La città di Bruxelles campionessa di sharing mobility

Seconda solo a Parigi, la capitale belga è tra le città europee con la maggiore offerta di mobilità condivisa

Una smart city non può definirsi tale senza un'efficiente rete di sharing mobility. Da questo punto di vista, Bruxelles è una delle città più virtuose d'Europa: seconda classificata solo dopo Parigi, la capitale belga mette a disposizione dei propri cittadini e dei turisti una vasta gamma di mezzi di trasporto in condivisione, riducendo notevolmente l'impatto automobilistico sulla città.

Parlano i numeri

Nel 2017 sono state calcolate 42 biciclette, 8 automobili e 0,6 scooter in sharing ogni mille abitanti. Nel 2018 si è fatto un ulteriore passo avanti introducendo anche vari servizi di condivisione di monopattini elettrici, ormai parte integrante del panorama urbano.

È soprattutto per il bike sharing che Bruxelles si distingue positivamente sulle altre capitali europee: oltre a essere tra le più dense del continente, infatti, la sua offerta di biciclette condivise è anche tra le più economiche.

La stessa viabilità della città è pensata per essere bike-friendly, al pari di città come Amsterdam e Copenaghen: le piste ciclabili sono praticamente ovunque, puntualmente indicate sia dalla segnaletica orizzontale che da quella verticale.

È anche per questo che, nonostante i faticosi e inevitabili sali-scendi di Bruxelles, moltissimi sono i belgi che scelgono di spostarsi in bici.

Sempre più diffusa nella capitale è anche la speed pedelec, la bicicletta con pedalata assistita, già molto utilizzata nelle Fiandre e anch'essa messa a disposizione da numerosi servizi di sharing, tra cui persino Uber, che l’anno scorso ha lanciato in Belgio la sua Jump rossa fiammante.

Il successo della politica di sharing brussellese è dimostrato dal fatto che nella capitale solo una famiglia su due possiede un'auto di proprietà. Facendo affidamento sugli sviluppi tecnologici degli ultimi decenni, è quindi importante muoversi in questa direzione, non solo per comprimere il traffico automobilistico, ma anche e soprattutto per ridurre l'inquinamento ambientale.

Laura Spataro

Marzo 2020

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