Stalle cadenti: il tavolo del latte del distretto agricolo sostiene Amatrice
Appello ai Comuni per iniziative di raccolta fondi
Ci siamo lasciati, nello scorso numero, con l’appuntamento del Tavolo del latte del Distretto Agricolo della Bassa Bergamasca che si sarebbe tenuto da lì a poco.
Ebbene, il 7 settembre si sono riuniti, per la prima volta in via ufficiale, i rappresentanti del comparto lattiero caseario del distretto agricolo della bassa bergamasca: oltre a una rappresentanza di allevatori, erano presenti rappresentanti dell’associazione Assolatte (gli industriali del latte), le associazioni sindacali (Coldiretti, ConfAgricoltura, Cia), importanti cooperative del latte della provincia di Bergamo, il Comune di Caravaggio quale presenza istituzionale e principale Comune produttore di latte nella bergamasca e Giovanni Malanchini, responsabile del distretto agricolo.
Soggetti diversi ma con lo sguardo rivolto nella stessa direzione, ovvero verso la creazione di un progetto integrato di filiera, dove il distretto si pone come intermediario che intende far dialogare tra loro realtà produttive fino ad oggi rimaste isolate.
La finalità è quella di offrire opportunità concrete di crescita, in grado di promuovere al meglio lo sviluppo del settore produttivo locale, dal campo fino alla ristorazione, attraverso il rafforzamento del legame fra il prodotto e il suo luogo d’origine, coinvolgendo scuole e istituti superiori e ricorrendo a fondi europei.
“Vorremmo, come distretto, creare un gruppo nel quale confluiscano allevatori, trasformatori, istituti della provincia di Bergamo ed enti vari, per arrivare alla promozione di un prodotto lattiero caseario che rispecchi la qualità del territorio e che si renda riconoscibile al pubblico attraverso il marchio registrato del distretto” - spiega Bortolo Ghislotti, titolare della Irim Srl e responsabile del tavolo del latte - “Vorremmo far capire al consumatore cos’è questo marchio, cosa rappresenta e chi ci lavora, ovvero i produttori bergamaschi della pianura bergamasca”.
Solidarietà tra agricoltori
E’ proprio il legame forte che lega un agricoltore al proprio territorio che sta alla base dell’attenzione dal distretto nei confronti delle zone terremotate. Il terremoto che ha scosso il centro Italia lo scorso 24 agosto ha messo in crisi non solo la popolazione e gli immobili, ma anche le attività produttive che adesso necessitano con urgenza, per riprendersi e non scomparire per sempre, di sostegno morale ed economico. Molti aiuti sono già arrivati, altri continueranno ad arrivare.
Il Distretto agricolo della Bassa Bergamasca ha deciso di contribuire attivamente al riavvio della produzione agricola di questa zona, promuovendo iniziative per raccogliere fondi dedicati a questo specifico scopo.
Oltre ad aver sostenuto e sostenere alcune iniziative e cene di solidarietà promosse da altri enti, il Distretto intende promuovere direttamente una campagna di aiuti concreti agli agricoltori e allevatori di quell’area.
A questa raccolta fondi hanno già aderito la sagra del tartufo di Spirano (11 settembre scorso) e la festa del ringraziamento che si terrà a Caravaggio il prossimo 20 novembre, ma molte altre si stanno unendo per questo sforzo comune: “facciamo un appello ai comuni, alle associazioni e in particolare agli agricoltori per destinare i fondi che si raccoglieranno nelle rispettive manifestazioni per questo scopo ben preciso e concreto: una solidarietà che non può permettersi di esaurirsi nell’emergenza immediata, ma che, per essere realmente efficace, deve durare nei mesi tenendo conto dei tempi di ristrutturazione, risanamento delle problematiche e di rilancio delle attività produttive”.
Gli incassi ottenuti grazie a queste iniziative e, soprattutto grazie alla solidarietà dei consumatori, tramite Fernando Salvi, veterinario responsabile dell’ASL di Rieti, arriveranno direttamente agli agricoltori e agli allevatori di Amatrice e dei comuni adiacenti.
Questo filo diretto fra donatore e ricevente, sta alla base degli intenti del distretto, il quale intende comprare per quei produttori che a causa del terremoto si ritrovano in situazioni limite, ciò di cui necessitano.
Infatti, molte delle aziende visitate dallo stesso Ghislotti sono state gravemente rovinate, distrutte o inagibili, a tal punto che gli allevatori si sono visti costretti, loro malgrado, a vendere le proprie bestie per l’impossibilità di mantenerle; in altri casi le stalle sono rimaste senza copertura o con impianti non più utilizzabili e animali feriti. Una volta terminata la ristrutturazione delle stalle stesse, l’obiettivo del distretto è quello di ricomprare gli animali agli allevatori permettendo così all’azienda di poter ripartire.